NICO DOMENICO VENTURA
CHI L'HA VISTO?
/L'Ordine del Lazio grazia (illegalmente) la Sciarelli.
Tempo fa Pino Nicotri ha presentato un esposto all'Ordine dei Giornalisti
del Lazio nei confronti della collega Federica Sciarelli. Nicotri sostiene
che nella trasmissione "Chi l'ha visto" dedicata alla scomparsa della
cittadina vaticana Emanuela Orlandi, ci siano state troppe omissioni e siano
stati avvalorati palesi falsi. Emanuela Orlandi scomparve nel 1983, ma il
caso è ancora sotto i riflettori della cronaca, dove però si lavora molto di
fantasia.
Pino, che ha scritto diversi libri su quella storia, tra le altre cose,
denuncia che la collega Federica Sciarelli, sul caso Orlandi, tiene
accuratamente nascosti al suo pubblico due particolari, "non proprio
irrilevanti":
- la persona che dall'Ufficio Legale del parlamento italiano spediva in
Vaticano le richieste dei magistrati romani di interrogare alcuni cardinali
in merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi era la stessa persona che dal
Vaticano rispondeva "No!" a quelle stesse richieste (in gergo "rogatorie
internazionali"). Il responsabile dell'Ufficio Legale del nostro parlamento,
avvocato Gianluigi Marrone (deceduto nel febbraio 2009), era infatti nello
stesso tempo anche Giudice Unico del Vaticano. Una duplice veste che è anche un chiaro conflitto di interessi, sul quale però si vuole molto stranamente mantenere il segreto.
- La segretaria del dottor Marrone nell'Ufficio legale del parlamento italiano era Natalina Orlandi, sorella di Emanuela. Proprio la Natalina Orlandi spesso ospite della Sciarelli a "Chi l'ha visto?". Proprio la Natalina Orlandi che in più occasioni e in quella trasmissione, ha avvalorato affermazioni e "rivelazioni", secondo Nicotri, "quanto meno azzardate, se non campate per aria". E' evidente che se il pubblico sapesse che Natalina era la segretaria che ha assistito a lungo sempre in silenzio, senza mai protestare, al gioco di prestigio del suo capufficio con le rogatorie internazionali sulla sorte di sua sorella, allora la sua credibilità verrebbe probabilmente ridimensionata.
Il doppio ruolo di Marrone e l'identità della sua segretaria nel parlamento italiano, sono noti a Sciarelli almeno dal 2005, ammesso che non lo abbia appreso già nel 2003 dal primo libro di Nicotri sul caso Orlandi. Nel 2005 infatti Sciarelli fece intervistare Pino Nicotri dal suo inviato Fiore Di Rienzo, intervista avvenuta nella redazione milanese de L'Espresso. Tra le altre cose, che sembrarono lasciare sbigottito il collega Di Rienzo, raccontate nell'intervista c'erano anche quelle riguardanti il doppio ruolo di Marrone e l'identità della sua segretaria nel nostro parlamento. Quella conversazione però non è mai andata in onda. E anzi subito dopo, dal settembre dello stesso anno, è iniziata la sarabanda di un altro "mistero", in realtà inesistente perché chiarito dai magistrati ben 10 anni prima, cioè nel 1995: quello della tomba di Enrico De De Pedis, detto Renatino, indicato, senza mai nessuna prova, come capo della cosiddetta banda della Magliana, nella basilica romana di S. Apollinare.
Come si vede, quelle denunciate da Nicotri potrebbero non essere cose da poco. Ma, al di là del contenuto, quello che sbigottisce di più è il comportamento tenuto dall'Ordine del Lazio. L'art. 49 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963 che istituisce l'Ordine dei Giornalisti, sotto il titolino "Competenza", stabilisce testualmente quanto segue: "La competenza per il
giudizio disciplinare appartiene al Consiglio dell'Ordine presso il quale è iscritto l'incolpato. Se l'incolpato è membro di tale Consiglio il procedimento disciplinare è rimesso al Consiglio dell'Ordine designato dal Consiglio nazionale". Federica Sciarelli è membro del Consiglio regionale del Lazio.
Nonostante tale tassativa prescrizione, il Consiglio del Lazio, presieduto da Bruno Tucci, forse approfittando della disattenzione generale dovuta alle vacanze estive, ha violato la legge, decidendo di non trasmettere l'esposto al Consiglio nazionale dell'Ordine. Ha inspiegabilmente deciso di archiviare l'esposto!
"Per ora non ho nulla da dichiarare - risponde Nicotri a chi gli chiede chiarimenti sulla curiosa vicenda - ma per settembre mi riservo di
intraprendere tutte le iniziative necessarie, comprese quelle giudiziarie, per far rispettare la legge e tutelare la decenza e la professione giornalistica da eccessi come quelli di 'Chi l'ha visto?'. E' bene ricordare che i programmi della Rai sono pagati con i soldi di tutti gli abbonati, me compreso".
Senza Bavaglio intende vigilare sull'argomento perché, al di là, ripetiamo,
del contenuto, occorre rispettare le regole. Ne riparleremo al rientro delle
vacanze.
Nessun commento :
Posta un commento