Alla marcia ambientalista di domenica hanno infatti aderito la bellezza di 36 sindaci di tutta la provincia, e forse anche oltre, insieme ad almeno una sessantina di associazioni e comitati. Manifestanti di tutte le età, e di ogni pensiero politico: dai No Tav a Legambiente, dai civici ai comitati dei genitori, dalle mamme incinta ai consiglieri comunali, e forse pure qualche parlamentare. Per non parlare degli agricoltori.
Si dice che il ‘serpentone’ abbia raggiunto e superato i quattro chilometri di lunghezza. Un corteo davvero mai visto, nella Bassa, da fare invidia alle grandi manifestazioni ambientaliste della città. Tutti insieme per dire ancora una volta NO all’ennesimo impianto di raccolta della provincia bresciana, e che dovrebbe accumulare quasi un milione e mezzo di metri cubi di materiale inerte.
Da interrare sotto terra, in mezzo alla campagna a tratti ancora immacolata. Senza dimenticare il rischio paventato più volta anche dal locale comitato antidiscarica, che il materiale interrato possa intaccare davvero la falda acquifera, con tutte le conseguenze del caso. Di certo dopo la manifestazione di domenica qualcosa è cambiato.
Lo scrive anche Legambiente: “Tutti gli attori coinvolti nella procedura di autorizzazione – Regione e Provincia in primis – non potranno più ignorare la fiumana debordante che ha invaso le strade della Macogna. Un risultato di enorme partecipazione, che dà nuovo vigore e forza d’azione al raggiungimento dell’obiettivo finale”. Domenica ripetuto più e più volte: “No alla discarica della Macogna!”.
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